Ritorno, dopo il primo articolo di pura segnalazione, all’argomento foto shock per fare la prevenzione, scritto da Ugo su Postilla.
Gli amici del LeanLab hanno proposto anche una soluzione diversa, ossia di utilizzare le foto dei personaggi famosi, magari dei sportivi come mostrano nel loro articolo, per ottenere lo stesso effetto sulle persone.
Io vedo i due tipi di comunicazione come qualcosa che serve due scopi completamente diversi, come spiego nei commenti all’articolo:
Ciao Ugo, eccomi qui…
Allora, sono due modi diversi di interpretare sia la sicurezza che la motivazione. I nostri amici di Lean Lab sono napoletani, e quindi un’immagine di un giocatore di Napoli che esulta può essere un ottimo modo di motivare le persone a fare qualcosa, in quella zona… Non so se funzionerebbe allo stesso modo a Milano o da qualche altra parte…
Scherzi a parte, parliamo di controlli visuali. I controlli visuali e i poster cruenti come quelli di Ugo sono ottimo materiale da mettere nella produzione sia come avviso che come formazione on the job delle persone: hai un esempio chiaro di cosa ti può succedere quando non segui la corretta procedura di lavoro. Deve essere messa dove effettivamente c’è il pericolo che un infortunio di questo tipo accada, altrimenti non avrebbe senso (mettere un dito mozzato vicino a una sega a nastro ha senso, metterlo vicino a una gru non tanto, anche se con la gru potrebbe succedere lo stesso se si ha abbastanza immaginazione, e questa non manca mai agli operai…).
Il secondo tipo di immagine, quello dei personaggi famosi, non ha un obiettivo formativo, solo motivatorio, e non sempre tutti sono d’accordo con il messaggio che si possa desiderare di promuovere (come spiegato con l’esempio del calciatore di sopra). In certi ambienti comunque può essere molto funzionale. Ma non può essere incluso a far parte di una procedura standard del posto di lavoro e a descrivere il vero rischio che la persona corre.
Preferisco sempre il primo metodo, che mi dà un duplice effetto legato all’esecuzione del lavoro e la formazione della persona on the job.
Aggiungo un altra considerazione: E cosa succede se la squadra rappresentata dal giocatore in foto inizia a perdere e il giocatore stesso a giocare male? Anche nell’ambiente dove prima era venerato diventerebbe quasi controproduttivo…
Voi invece cosa ne pensate? Le foto dei personaggi famosi possono essere uno strumento utile per la formazione oppure hanno l’unico scopo di motivare le persone senza indicare un comportamento desiderato?
Caro Dragan,
la nostra idea di Lean Manufacturing è qualcosa di dinamico e sempre al passo con i tempi.
In questo senso (lo abbiamo detto anche nella catena dei post di fonzar) un altro elemento è la rotazione dei cartelli o la loro sostituzione di tanto in tanto (suggeriamo mensile).
Qualunque cartello (anche il più trucido o accattivante) diventa parte dell’arredamento dopo un po’ e non genera più attenzione.
Per mantenere viva l’attenzione bisogna cambiare e variare il messaggio o la sua forma di comunicazione.
Ad esempio:
Il primo mese è un giocatore famoso a dire un messaggio.
Il mese dopo si cambia personaggio (con lo stesso messaggio o uno diverso) .
Il mese dopo ancora si cambia o si ripristina il cartello del primo mese.
In questo modo ci si può anche adeguare alle prestazioni delle squadra di calcio 🙂
LeanLab Staff.