Qualche giorno fa, sul blog di Harvard Business Review, Ron Ashkenas ha scritto che è arrivato il momento di ripensare il miglioramento continuo. Ecco un breve estratto di quello che ha detto:
Sei sigma, Kaizen, Lean e altre variazioni di miglioramento continuo possono essere pericolose per la salute della vostra organizzazione. Mentre dirlo può essere considerato un’eresia, le recenti prove dal Giappone e altrove suggeriscono che è arrivato il momento di dubitare di questi metodi.
Il miglioramento continuo una volta ha sollevato l’economia giapponese. I manifatturieri giapponesi negli anni 50 avevano la reputazione di pessima qualità, ma attraverso la cultura di cambiamento analitico e sistematico il Giappone era capace di passare dal peggiore al migliore. Iniziando negli anni 70, la capacità del paese di creare prodotti di qualità a bassissimo costo gli ha aiutato dominare le industrie chiave quali automobile, telecomunicazioni, ed elettronica di consumo. Per competere con questo cambiamento miracoloso, le aziende occidentali, iniziando con Motorola, hanno iniziato ad implementare le pratiche gestionali dei giapponesi. Adesso quasi ogni azienda grossa occidentale, e anche molte piccole, sono i principali avvocati del miglioramento continuo.
Ma cosa è successo in Giappone? Nell’ultimo anno le principali aziende elettroniche giapponesi hanno una perdita cumulativa di 21 miliardi di dollari e sono stati regolarmente battuti dai concorrenti dalla Cina, Korea del Sud e altrove. Come suggerisce Fujio Ando, senior managing director alla Chibagin Asset Management, “L’industria di elettronica di consumo giapponese sta affrontando la sconfitta. Similarmente, l’industria automobilistica è stata fortemente scossa da una serie di imbarazzanti problemi di qualità e dei richiami, ed ha perduto quote di mercato a favore delle aziende da Korea del Sud e anche USA.
Guardando oltre a Giappone, le aziende iconiche che applicavano sei sigma negli USA, quali Motorola e GE, hanno faticato negli ultimi anni per essere i leader in innovazione. Anche 3M, che ha investito pesantemente nel miglioramento continuo, ha dovuto abbandonare la sua metodologia sei sigma per incrementare il proprio flusso di innovazione.
Poi continua:
Quindi dobbiamo abbandonare il miglioramento continuo? Assolutamente no! Ha creato e ancora crea un vantaggio competitivo in molte aziende e industrie. Solo che deve essere ripensato…
Se non diceva quest’ultima frase avrei pensato che era andato fuori di testa… Il miglioramento continuo non può morire. Possono esserci solo dei cattivi leader, non capaci di produrre innovazione e profitto applicandolo. Non sono d’accordo con Ron nel mettere insieme “lean, sei sigma, kaizen e altro” come variazioni di miglioramento continuo. Lì si vede che non ha approfondito abbastanza il suo compitino domenicale. Questi non sono variazioni di miglioramento continuo, sono delle metodologie vere e proprie di gestione aziendale, solo kaizen può essere definito come miglioramento continuo…
Ma lasciamo stare le sottigliezze linguistiche. Come ho detto sopra, il miglioramento continuo deve esserci se volete prosperare nei mercati odierni, se volete competere. Se non lo fate voi, qualcuno nella vostra stessa nicchia lo farà e vi lascerà a bocca asciutta… Miglioramento continuo vuol dire sapere a fondo quello che si fa, sapere a fondo cosa fa la concorrenza, e poi farlo meglio oppure cambiare qualcosa per disturbare “lo status quo” del mercato in cui si compete. Il miglioramento continuo dunque non è solo ed esclusivamente una introspettiva, ma deve considerare tutte le condizioni del mercato nel quale si vive e lavora.
Ma non è obbligatorio. Se non volete farlo seriamente, è una vostra scelta. Se volete lavorare come sempre avete fatto, è una vostra scelta. Il miglioramento continuo richiede cambiamento. Se non siete pronti a cambiare, è una vostra scelta.
Non venite poi a lamentarvi che la vostra azienda va male, che le vostre persone si lamentano, che restano senza lavoro. Se non cambiate cultura e abbracciate seriamente il metodo scientifico come il vostro modo di lavorare quotidiano, non lamentatevi delle conseguenze. Se siete leader di un’azienda, o iniziate a farlo seriamente e non solo a parole, o aspettatevi un futuro non roseo per la vostra azienda.
Cosa vuol dire non seriamente? Vuol dire chiamare un consulente esterno, per fargli fare tutta la formazione alle vostre persone, e poi non fare niente per cercare di diffondere gli insegnamenti anche quando questo consulente non c’è. Vuol dire parlare a tutti che si fa lean, che si fa sei sigma o simili, ma farlo solo per la facciata esterna, mentre dentro è tutto come prima. Pensateci e ragionateci. Miglioramento continuo veramente può cambiare il vostro modo di agire e lavorare. Richiede però disciplina e sacrificio da tutti nella vostra realtà. Richiede continuo sviluppo delle capacità di tutte le persone, senza mai fermarsi. Siete pronti per farlo? Siete tutti d’accordo nel farlo?
Altre due riflessioni sullo stesso articolo: Kevin Meyer e Pete Abilla.
In Italia pochissime aziende fanno miglioramento continuo e molte lo fanno di facciata. Il miglioramento continuo è uno strumento strepitoso per abbassare i costi e migliorare la qualità dei prodotti, a mio avviso il migliore di tutti; è difficile da applicare perche’ richiede metodo, buon senso e fiducia nelle persone e rilascia i risultati gradualmente nel tempo. Il fatto che alcuni maestri del miglioramento continuo siano in difficoltà vuol dire solo che accanto al miglioramento ci deve essere anche l’innovazione di prodotto e di processo, tutti i business hanno un ciclo…
Del processo in particolare, che poi tira quella del prodotto… Tutti pensano che bisogna inventare nuovi prodotti e che i soldi di innovazione e progettazione devono essere spesi esclusivamente su questo aspetto dell’innovazione. E invece nessuno pensa ad innovare il processo che produce il prodotto, a vederlo da un altro punto di vista. E le migliori invenzioni del prodotto, secondo me, sono nascoste proprio nell’innovazione nei processi. Chi fa innovazione seriamente, lo sa benissimo…