Questa settimana non ho pubblicato nessun articolo su Postilla, ma ho ricevuto parecchi commenti su quello precedente, che riguardava l’outsourcing e volevo un pò approfondire queste risposte.
Le risposte sono state di tipi molto diversi, da chi mi ha criticato aspramente fino a chi approvava in pieno i concetti presentati. Alcune risposte sono tipicamente di chi ha investito tutta la propria vita nella gestione della produzione di massa e forse ha qualche paura o remora di pensare in modo diverso (o anche non comprende i principi e regole e la logica della produzione snella…).
Ma il mio scopo non è di criticare nessuno ma di cercare di far crescere in voi, miei lettori, la consapevolezza che si può lavorare, e anche molto bene, anche nel nostro paese, rispettando tutti i partner commerciali (e non accollandogli le spese di magazzino che non si vuole tenere internamente…), di cercare le soluzioni win-win per tutta la catena di fornitura.
Inoltre volevo sottolineare il fatto che gli aiuti dello stato non possono essere la nostra speranza (come dice Massimo)… Semplicemente perché lo stato non ha soldi e sicuramente non andrà a detassare la manodopera. Purtroppo la situazione nel nostro paese è questa e non possiamo pensare che è colpa dello stato se le aziende falliscono e non sono competitive sul mercato.
Per principio il lean thinking non dà le colpe a nessuno ma si cerca di capire il processo per arrivare ad un risultato, ad un prodotto o servizio che si vuole fornire ai propri clienti. Andando a guardare il processo si scopre che il più del 95% del tempo che ha a disposizione una azienda per fornire un prodotto/servizio viene SPRECATO in attività che il cliente non è disposto a pagare. Per questo motivo il lean thinking insegna prima di guardare nel nostro interno, di ridurre questi sprechi e fornire al cliente esattamente ciò che desidera, quando lo desidera, nel minor tempo possibile e con la qualità e nella quantità in cui lo desidera…
Alla fine l’utilizzo effettivo della manodopera, quando viene sprecato più del 95% del tempo a disposizione, risulta, con la semplice matematica, meno di 5% (e spessissimo anche meno dell’1%…). Ma vengono pagati per il 100% del tempo che stanno in azienda… Ed è per questo motivo che non si riesce a far tornare i conti e si dice che la manodopera costa troppo e che si ha bisogno della detassazione del governo. Ma secondo me, la prima cosa che si dovrebbe guardare è l’interno della propria azienda e l’eliminazione dei sprechi, portare l’efficienza dei processi interni utili a valori di 10-15% (guardate che già con il 10% si comincia a diventare leader nel mercato globale…) e vedrete che poi non avrete più preoccupazioni dei paesi del terzo mondo dove la manodopera costa meno ne della politica che non risponde ai vostri desideri… Potrete iniziare a competere con i prezzi più bassi della vostra concorrenza, con consegna più rapida e con la qualità migliore… E inoltre sarete molto più responsivi ai bisogni dei vostri clienti locali che vi apprezzeranno e vi cercheranno di più… Cosa volete di più dalla vita?
Avevo già parlato di outsourcing in un articolo precedente nel mio blog (Insourcing o Outsourcing?) dove ho sottolineato alcune domande molto importanti che una persona che vuole dislocare all’estero deve necessariamente porsi, e le riporto qui:
- Distribuzione e trasporto come vengono gestiti tra voi e il vostro partner in outsourcing?
- Quale è la vostra flessibilità e tempo di reazione (prontezza di riflessi…) nel caso che le condizioni di mercato cambino?
- Quali sono i magazzini che dovrete gestire per assorbire i lotti minimi per riempire ad esempio un container di merce?
- Cosa comporta l’outsourcing per l’economia locale? Se tutti decidessero di portare via la produzione e di gestire solo i servizi, di cosa si occuperebbe la gente locale? Sarebbe stato un bene o un male?
- Quali sarebbero le conseguenze sui vostri tempi di consegna?
- Come sarebbe collegata la catena di valore?
- Quali sarebbero le conseguenze sulla qualità dei vostri prodotti (da notare che le persone che vengono assunte all’estero devono essere formate e addestrate per fare il lavoro…)?
Tutte queste osservazioni vogliono farvi riflettere nel vostro interno, di guardare le vostre produzioni, di migliorarle giorno dopo giorno. I risultati arriveranno. Garantito!
Di altri articoli interessanti sul blog di Postilla ne ho trovato uno solo che potrebbe essere di interesse per i lettori di encob.net: Pare sia vietato gestire un forum anonimo di Guido Scorza dove si riporta una sentenza del Tribunale di Firenze che ha ordinato la chiusura di un forum dove era consentita la pubblicazione di thread in forma anonima. Mi sembra una sentenza alquanto esagerata da parte del Tribunale di sopra e che potrebbe avere delle ripercussioni molto significative nel mondo della rete se venisse accettata da parte degli organi di giudizio superiori… Ma non credo sarà così perché non c’è nessun impedimento giudiziario che lo vieta…
In ogni caso, nel nostro Forum potete postare i thread, già dal suo principio, solo dopo esservi registrati, quindi il problema non si pone… 😉