Gestione del cambiamento #9

Potete leggere gli articoli precedenti della serie qui: #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7 e #8.

Questa lezione ha il titolo: “Costruire le abitudini”.

Cosa è una abitudine? E’ il modo di fare “gratuito”, di cui non ti accorgi neanche mentre lo stai facendo. Perché è già inserito nel contesto del processo standard e le persone ripetono lo stesso schema senza pensarci su.

Ma come si fa a costruire una abitudine? E quale abitudine è meglio sviluppare nelle persone?

La risposta alla seconda domanda è di sviluppare le abitudini di cambiamento nelle persone. Perché, se le persone sono abituate a cambiare, allora affronteranno il cambiamento con occhi diversi rispetto a quelle che sono abituate allo status quo.

Adesso proviamo a vedere come si costruisce una abitudine. Ci possono essere vari modi, io ne esaminerò due principali.

Il primo è: nel programmare una attività, dopo una determinata fase, inserite dei paletti che vi dicano cosa dovete fare una volta conclusa una determinata attività, anche se non è direttamente collegata a quella precedente. Ad esempio, provate a pensare che dovete andare a bere il caffé nel vostro bar preferito. Potete aggiungere come attività immediatamente successiva, ad esempio, di andare a prelevare i soldi al bancomat, di andare al supermercato o qualsiasi cosa di simile, che essa sia o non sia direttamente collegata all’attività iniziale… In ufficio, ad esempio, potete definire che, dopo aver bevuto il caffé mattutino, andate a fare la riunione con gli operai nello stabilimento (la famosa riunione di 5 minuti al gemba…), ascoltando i loro problemi e raccogliendo i loro suggerimenti. Il vantaggio di queste soluzioni “predefinite” è che la decisione viene presa in anticipo e, quando dobbiamo eseguirla, non sprechiamo le nostre risorse mentali per pensare cosa dobbiamo fare dopo. Lo facciamo e basta…

Il secondo modo per costruire un’abitudine lo abbiamo già esaminato più volte in passato su questo blog… Provate a indovinare di cosa si tratta!

Penso che ci siete arrivati tutti: sono le checklist… Cosa c’è di meglio per costruire un’abitudine del dare alla persona una checklist con dei passaggi da verificare e seguire. Chiaramente, la checklist è lì per essere migliorata, deve essere un’entità dinamica che, man mano che si migliora il processo, viene aggiornata. E l’aggiornamento deve essere fatto dalle persone che eseguono il lavoro o loro diretti superiori (capi reparto…). Così ad esempio possiamo costruire una checklist negli ospedali per il lavaggio obbligatorio delle mani prima di entrare in sala operatoria (per evitare le infezioni…) e, dove la persona deve lavare le mani, lasciare fisso un indizio (sapone, insegna, barriera o altro, fate viaggiare la creatività…) che ricordi la persona di fare il passaggio obbligatorio definito.

La prossima volta vedremo l’ultimo articolo della serie. Avete qualche commento da aggiungere a quanto scritto sopra?

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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