
Potete leggere gli articoli precedenti della serie qui: #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8 e #9.
Eccoci arrivati all’ultimo articolo della serie. Quale è l’argomento di questo principio? “Muovere la folla”. Perché, se riesci a far muovere la folla, tutti gli altri ti vengono dietro.
Il cambiamento è contagioso. Se si riesce a coinvolgere la massa critica nella propria organizzazione, gli altri seguiranno, per non restare indietro. Ma come fai a raggiungere la massa critica?
Partiamo da un fattore psicologico: vi trovate in una situazione in cui non sapete come comportarvi. Cosa fate? Scommetto che la prima cosa che fate è di andare a vedere cosa fanno gli altri intorno a voi che si trovano nella stessa situazione… Pensate ad esempio ad un ristorante elegante (se proprio non siete degli esperti del galateo…) dove, ad esempio, vi servono 3 diversi tipi di cucchiaini. Solitamente non sapete con precisione esatta quale dovete utilizzare per determinate portate. Allora cosa fate? Aspettate di vedere cosa fanno gli altri e li copiate. Accendete le vostre “antenne sociali”…
Qualche volta però, nei tempi di cambiamento, non c’è nessuno che sa come bisogna comportarsi in una determinata situazione. E questo può essere problematico. Ad esempio, nelle situazioni di emergenza, la nostra speranza è che ci sia almeno UNA persona che abbia la competenza per intervenire e che questa persona intervenga senza aspettare a vedere la reazione della folla, e sicuramente non la folla intera…
E’ chiaro che tutti imitano il comportamento degli altri, volendo o nolendo. E in particolare copiamo gli altri nelle situazioni che ci sono poco familiari o ambigue, dove non sappiamo l’esito in anticipo. E le situazioni di cambiamento, per definizione, sono tali… Pertanto, quando si porta avanti il cambiamento, dobbiamo stare molto attenti ai segnali sociali, dai quali può dipendere il successo complessivo del cambiamento, e anche utilizzarli a vostro vantaggio se necessario.
Così, ad esempio, pensate ad un cambiamento che ha avuto un esito positivo. Cosa è meglio fare: Fare gli elogi alle persone che lo hanno fatto oppure Fare gli elogi a loro e poi pubblicizzare il cambiamento a tutti gli altri per ottenere la conferma sociale? La seconda alternativa mi sembra nettamente migliore…
Quindi, una cosa che dovete fare nella vostra organizzazione è di individuare chi potrebbero essere i cosiddetti “riformatori”, le persone che hanno le idee per il cambiamento, e poi metterli a ragionare insieme, in gruppo, dandogli anche lo spazio e tempo libero da utilizzare per sviluppare queste idee, separati dai cosiddetti “resistori”… Dovete anche causare un pò di conflitto di identità, anche se creare i conflitti non è proprio la cosa migliore da fare. La seconda cosa che bisogna fare è di creare le buone abitudini per loro, insegnargli cosa è desiderato fare nell’organizzazione. Infine, quando hanno trovato idee interessanti, bisogna muovere la folla. Lasciate che siano i riformatori a divulgare il loro messaggio, a parlare dei valori scoperti, con gli altri.
Se un percorso giusto è in grado di cambiare un idiota in un santo, allora il percorso giusto è altrettanto in grado di trasformare un nemico in un alleato…
Con questo articolo chiudiamo la serie sul cambiamento. Avete qualche commento, qualche idea diversa? Fatemelo sapere nei commenti.