Cosa è il PIL?

In queste settimane che seguono introdurrò dei concetti base di macroeconomia, che poi mi serviranno per sviluppare il discorso lean sulla gestione dei governi della parte economica dei paesi.

Il primo indicatore base è il PIL, ossia il prodotto interno lordo. In sostanza, cosa è il prodotto interno lordo o comunemente detto PIL?

Partirò con la spiegazione da lontano, per poi restringere e definire il PIL.

Immaginiamo un economia semplificata: le famiglie da una parte e le imprese dall’altra. Tra di loro chiaramente c’è una relazione: le famiglie acquistano beni e servizi dalle imprese, e le imprese pagano gli introiti alle famiglie in forma di stipendi, interessi o altro.

Quello che le famiglie acquistano dalle imprese si chiama CONSUMO, ed è la parte principale e più grande del PIL. E’ abbastanza stabile in quanto le persone tendono ad acquistare sempre le cose di cui necessitano per vivere normalmente.

Le imprese invece pagano alle famiglie in termini di REDDITO, espresso tramite stipendi, profitti, interessi ecc. Se le famiglie consumano 100, le imprese avranno a disposizione 100 per pagare indietro.

Ma se le famiglie iniziano a consumare 90 anziché 100, ossia se le famiglie iniziano a RISPARMIARE, nel giro successivo le imprese avranno solo 90 da restituire e l’intera economia verrà ridotta. Si tratta di una relazione dinamica tra le due, come potete osservare.

Se le famiglie risparmiano, vuol dire che una parte di quello che prendono va nel settore finanziario ed esce dal cerchio semplificato che comprende famiglie e imprese. Dal settore finanziario i risparmi però potrebbero anche tornare in circolazione sotto forma di INVESTIMENTI. Perché non tutti risparmiano in una economia, ci sono anche coloro che investono, che vogliono costruire qualcosa di nuovo, creare valore aggiunto per garantirsi un futuro migliore.

Cosa succede in un economia se i risparmi sono più grandi degli investimenti e viceversa? Se di quei 10 che le famiglie hanno messo nei risparmi gli investitori prendono solo 5 per investire, in circolazione rimangono solo 95 e vuol dire che l’economia si restringe.

Ciò che esce dalla circolazione, in questo caso i risparmi, sono detti DISPERSIONI. Ciò che rientra nella circolazione, in questo caso gli investimenti, sono detti INIEZIONI. Quindi se le iniezioni sono più piccole delle dispersioni, l’economia si restringe.

Andiamo più a fondo con l’esame dell’economia. Oltre ai risparmi, c’è un’altra forma di dispersioni, ossia le TASSE. In realtà, noi paghiamo le tasse sempre e ovunque nel ciclo: quando riceviamo i nostri soldi, quando li spendiamo, le imprese le pagano ecc. Dove vanno tutte queste tasse? Nel SETTORE PUBBLICO, naturalmente. E da lì queste tasse tornano in circolazione in forma di SPESA PUBBLICA. Quindi tasse sono una nuova dispersione, spesa pubblica è una nuova iniezione per l’economia.

Se vogliamo che l’economia sia stabile, tutte le dispersioni dovrebbero eguagliare tutte le iniezioni, e se c’è uno squilibrio (più esce di quanto entra), l’economia si restringe. Se invece le iniezioni sono superiori alle dispersioni, l’economia si espande.

In un momento di crisi finanziaria dunque, succede che ci sono maggiori dispersioni delle iniezioni, e per invertire la tendenza i governi dovrebbero aumentare le iniezioni, ossia aumentare la spesa pubblica, e al contempo diminuire le tasse.

Comunque, finiamo prima con tutte le altre dispersioni e iniezioni in un’economia. Esiste un’altra cosa che succede, ossia il mercato con i paesi esteri. Chiamiamo questo SETTORE ESTERO, dove abbiamo le dispersioni rappresentate dalle IMPORTAZIONI in quanto i nostri soldi vanno in un’altra economia, in un’altro paese ed escono dalla nostra circolazione, e iniezioni rappresentate dalle ESPORTAZIONI in quanto il denaro da altri paesi entra nel nostro.

Riepilogando, abbiamo le seguenti dispersioni:

  • Risparmi
  • Tasse
  • Importazioni

e le seguenti iniezioni:

  • Investimenti
  • Spesa pubblica
  • Esportazioni

Torniamo a definire il PIL, o prodotto interno lordo. PIL è tutto quello che viene speso in un’economia. Ossia

PIL=CONSUMO+INVESTIMENTI+SPESA PUBBLICA+(ESPORTAZIONI-IMPORTAZIONI)

In sostanza, PIL è il totale valore del mercato di tutti i beni e servizi prodotti in un’economia in un dato anno.

Ci sono altri due indicatori che vedremo prossimamente, che sono INFLAZIONE e DISOCCUPAZIONE, per poter capire al meglio come agiscono (meglio dire, dovrebbero agire…) i governi in determinate situazioni. Qui dò solo la definizione veloce: INFLAZIONE semplicemente misura l’incremento (o diminuzione) dei prezzi di un paniere di beni che i consumatori normalmente acquistano e si parla di aumento o diminuzione generale dei prezzi. DISOCCUPAZIONE invece è la percentuale della forza lavoro che sta cercando attivamente il lavoro e non riesce a trovarlo.

Combinando questi tre indicatori fondamentali andremo a vedere nei prossimi articoli come e cosa sono in grado di fare i governi in tempi di crisi o di benessere economico.

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Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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