Gestione del cambiamento #10

Potete leggere gli articoli precedenti della serie qui: #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8 e #9.

Eccoci arrivati all’ultimo articolo della serie. Quale è l’argomento di questo principio? “Muovere la folla”. Perché, se riesci a far muovere la folla, tutti gli altri ti vengono dietro.

Il cambiamento è contagioso. Se si riesce a coinvolgere la massa critica nella propria organizzazione, gli altri seguiranno, per non restare indietro. Ma come fai a raggiungere la massa critica?

Partiamo da un fattore psicologico: vi trovate in una situazione in cui non sapete come comportarvi. Cosa fate? Scommetto che la prima cosa che fate è di andare a vedere cosa fanno gli altri intorno a voi che si trovano nella stessa situazione… Pensate ad esempio ad un ristorante elegante (se proprio non siete degli esperti del galateo…) dove, ad esempio, vi servono 3 diversi tipi di cucchiaini. Solitamente non sapete con precisione esatta quale dovete utilizzare per determinate portate. Allora cosa fate? Aspettate di vedere cosa fanno gli altri e li copiate. Accendete le vostre “antenne sociali”…

Qualche volta però, nei tempi di cambiamento, non c’è nessuno che sa come bisogna comportarsi in una determinata situazione. E questo può essere problematico. Ad esempio, nelle situazioni di emergenza, la nostra speranza è che ci sia almeno UNA persona che abbia la competenza per intervenire e che questa persona intervenga senza aspettare a vedere la reazione della folla, e sicuramente non la folla intera…

E’ chiaro che tutti imitano il comportamento degli altri, volendo o nolendo. E in particolare copiamo gli altri nelle situazioni che ci sono poco familiari o ambigue, dove non sappiamo l’esito in anticipo. E le situazioni di cambiamento, per definizione, sono tali… Pertanto, quando si porta avanti il cambiamento, dobbiamo stare molto attenti ai segnali sociali, dai quali può dipendere il successo complessivo del cambiamento, e anche utilizzarli a vostro vantaggio se necessario.

Così, ad esempio, pensate ad un cambiamento che ha avuto un esito positivo. Cosa è meglio fare: Fare gli elogi alle persone che lo hanno fatto oppure Fare gli elogi a loro e poi pubblicizzare il cambiamento a tutti gli altri per ottenere la conferma sociale? La seconda alternativa mi sembra nettamente migliore…

Quindi, una cosa che dovete fare nella vostra organizzazione è di individuare chi potrebbero essere i cosiddetti “riformatori”, le persone che hanno le idee per il cambiamento, e poi metterli a ragionare insieme, in gruppo, dandogli anche lo spazio e tempo libero da utilizzare per sviluppare queste idee, separati dai cosiddetti “resistori”… Dovete anche causare un pò di conflitto di identità, anche se creare i conflitti non è proprio la cosa migliore da fare. La seconda cosa che bisogna fare è di creare le buone abitudini per loro, insegnargli cosa è desiderato fare nell’organizzazione. Infine, quando hanno trovato idee interessanti, bisogna muovere la folla. Lasciate che siano i riformatori a divulgare il loro messaggio, a parlare dei valori scoperti, con gli altri.

Se un percorso giusto è in grado di cambiare un idiota in un santo, allora il percorso giusto è altrettanto in grado di trasformare un nemico in un alleato…

Con questo articolo chiudiamo la serie sul cambiamento. Avete qualche commento, qualche idea diversa? Fatemelo sapere nei commenti.

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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