Ieri ho parlato della teoria dei giochi e come essa può essere di importante applicazione nelle aziende. Ho elencato i cinque elementi fondamentali che definiscono un gioco come tale. Nei prossimi giorni vorrei spiegarvi le applicazioni pratiche di questi cinque elementi in azienda e cosa significano in termini applicativi.
Il primo dei cinque elementi è la definizione dello spazio di gioco. Come detto ieri, un gioco crea uno spazio tutto suo, dove non valgono le regole del mondo normale, solo le regole del gioco. Definendo le regole e accordandosi sulle stesse, il gioco diventa possibile. Senza, non c’è gioco.
Cosa vuol dire questo spazio di gioco in termini aziendali?
Un primo spazio di gioco è il perimetro dell’azienda stessa. Ossia uno spazio ben definito dove ogni giorno si viene a lavorare. All’interno di questo spazio di lavoro esistono regole specifiche che non valgono all’esterno, quindi si tratta di un vero e proprio spazio dove si può applicare la teoria dei giochi.
Questo è, però, lo spazio di gioco su macro scala in azienda. Le regole all’interno di questo spazio di gioco non possono mai essere specifiche a sufficienza per poter applicare anche gli altri elementi del gioco all’interno dello stesso.
Dove lo spazio di gioco ben definito entra in gioco è all’interno dei singoli reparti, che sono dei micro spazi. In questi micro spazi è necessario creare delle condizioni per realizzare anche gli altri quattro elementi della teoria dei giochi.
La mia domanda di oggi è: Avete definito i vostri reparti come dei spazi dove non valgono le regole esterne, che sono un mondo separato dal mondo esterno (tranne, chiaramente, il resto dell’azienda…), dove valgono specifiche regole solo interne?
Questo è la prima fase verso la definizione di una cultura aziendale dove le persone lavorano divertendosi e giocando, e facendo il loro lavoro molto seriamente e meglio della vostra concorrenza.
Domani vedremo come definire i confini, che sono strettamente legati alle metriche aziendali e obiettivi che definiamo…
