Olimpiadi e come possiamo applicare la teoria dei giochi nelle nostre aziende

Sono sicuro che molti di voi stanno passando ore davanti alla tv in questi giorni per godersi lo spettacolo delle Olimpiadi di Londra.

Molto belle le gare, tante emozioni, risultati fantastici.

Ma oggi non voglio parlarvi di quanto stanno facendo i grandissimi atleti partecipanti, ma della teoria dei giochi.

Perché le Olimpiadi ci tengono incollate alla sedia? Perché nello sport esistono delle regole chiare e precise, e vince chi è il migliore in questo momento all’interno dei vincoli stabiliti dalle regole del gioco. Perché gli sport hanno tutti gli elementi della teoria dei giochi.

Quali sono questi elementi?

  • Spazio di gioco definito: un gioco crea uno spazio tutto suo, dove non valgono le regole del mondo normale, solo le regole del gioco. Definendo le regole e accordandosi sulle stesse, il gioco diventa possibile. Senza, non c’è gioco.
  • Confini: un gioco ha confini in spazio e tempo. C’è il momento in cui il gioco inizia e il momento in cui finisce.
  • Regole d’interazione: all’interno dello spazio di gioco, i giocatori si accordano di giocare secondo le regole che lo definiscono. E le regole definiscono i vincoli dello spazio.
  • Artefatti: molti giochi impiegano artefatti fisici – gli oggetti che contengono le informazioni sul gioco, sia intrinsecamente che per la loro posizione nello spazio di gioco. Artefatti possono essere usati per tenere traccia del progresso e per permettere di seguire il gioco in tempo reale.
  • Obiettivo: i giocatori devono sapere quando il gioco finisce. Uno stato finale che tutti i giocatori cercano di raggiungere, che è capito e condiviso da parte di tutti i giocatori.

Come vedete, tutte queste cose vengono ampiamente soddisfatte in praticamente 90% delle discipline olimpiche (ci sono anche qui dei giudizi soggettivi in alcune discipline, quali la ginnastica artistica o ritmica, nuoto sincronizzato, o pugilato, che non soddisfanno alcune di queste regole, e infatti sono quelle più soggette alle polemiche…).

E sono proprio questi elementi del gioco che ci tengono incollati alla poltrona a guardare i giochi. Perché noi siamo, sostanzialmente, come dei bambini ai quali piace giocare e ci piace anche vedere le altre persone che giocano.

Allora, arriviamo all’argomento di oggi. Vi faccio la domanda: Come applicate le regole del gioco e lo spirito olimpico nella vostra azienda? Mi direte adesso: Ma stai scherzando, in azienda non si gioca, si lavora, si tratta delle cose serie.

E invece vi svelo un grande segreto. Chi è lean, gioca. Tutti i giorni. Segue esattamente le stesse regole specificate qui sopra. Magari nel mondo olimpico sportivo il Giappone non è proprio al top (anche se non sono tanto male tutto sommato…) ma se ci fossero le olimpiadi del business, probabilmente non ci sarebbe storia, sarebbero dei vincitori in senso assoluto. Perché?

Provate a pensare a come si diventa grandi atleti: una grande disciplina e dedizione verso un obiettivo, da raggiungere dopo anni di allenamento, seguiti da un allenatore/mentore che vi insegna a come diventare migliori giorno dopo giorno, a diventare dei maestri nella vostra disciplina. Vi ricorda qualcosa? Esattamente, il lean thinking e lo sviluppo delle persone attraverso lo shu ha ri

Provate a pensare perché nelle vostre aziende non si riesce mai a lavorare verso un obiettivo comune, che tutti tirano dalla propria e pensano di avere ragione solo loro. Perché succede? Perché non sono definiti né i confini del gioco, né le regole di interazione (vincoli), né gli artefatti, né l’obiettivo in maniera chiara e inequivocabile. Solo lo spazio fisico (azienda) è chiaro a tutti: dobbiamo tutti i giorni venire al lavoro. A fare cosa? Boh…

Le aziende lean invece definiscono proprio queste cose che nelle altre non sono stabilite. E poi usano i mentori (sensei, allenatori) per insegnare ai studenti quali sono le regole, quali sono confini chiaramente definiti, quali sono i vincoli, quali sono gli artefatti da usare, quale è l’obiettivo da raggiungere per vincere. E avendo tutta questa chiarezza definita, vincere diventa solo il gioco del diventare più bravo del tuo concorrente che gioca nello stesso spazio (mercato) ma che spesso segue regole diverse o nessuna. E allora il gioco diventa come una partita di scacchi tra il sottoscritto e Gary Kasparov – dopo 5 mosse probabilmente non saprei neanche da che parte girarmi… Le aziende lean diventano migliori ogni giorno, seguendo disciplinatamente le loro regole, le altre invece diventano sempre più incasinate e nei sempre crescenti problemi. Arrivano ultime con 1 minuto di ritardo nella gara da 100m, per intenderci… E’ la gara tra un professionista ed un amatore.

Allora, il vostro obiettivo aziendale è di vincere (e vivere…) oppure soltanto a divertirvi e passare le giornate a chiacchierare in compagnia? Se è la prima, iniziate a definire le vostre regole del gioco secondo i 5 elementi fondamentali di sopra. E inizierete a vedere dei benefici da domani. Buona gara!

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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