Parliamo di mura

Ieri abbiamo visto il muri, oggi vediamo di approfondire il mura.

Cosa è mura?

E’ la fluttuazione, variazione, instabilità.

Siccome anche il muri, e anche il muda, sono dovuti principalmente alla variazione e instabilità dei processi, si potrebbe considerare il mura come la madre di tutti gli altri sprechi.

Vediamo come avevo descritto lo spreco di mura nel articolo introduttivo dei tre tipi di sprechi:

Facciamo un esempio, sempre del nostro camion: supponiamo di dover trasportare 6t di materiale e camion ne porta 3t. Uno spreco di muri vorrebbe dire portare 6t tutti in una volta. Il muda sarebbe di portare 3 volte per 2t. Mura sarebbe di portare una volta 4t e un’altra volta 2t (o 5t e 1t, indifferentemente…). L’ottimale sarebbe invece di portare 2 volte 3t (non ci sono sovraccarichi, non c’è la fluttuazione della domanda, non ci sono sottocarichi o sprechi delle risorse, un flusso equilibrato e continuo).

Perché la stabilita è importante?

Voi preferite lavorare sempre in un ambiente dove bisogna lottare contro il fuoco o in un ambiente dove le cose da fare sono ben definite e dove si ragiona e pensa solo a migliorare l’esistente in quanto non è necessario pensare al processo esistente che funziona?

Scometto che preferite la seconda soluzione, vero?

Ma nelle nostre aziende succede spesso esattamente l’opposto. Siccome non mettiamo a posto i nostri processi e non li studiamo e mettiamo bianco su nero come funzionano, vuol dire che non raggiungiamo mai un primo livello di standard necessario per iniziare il miglioramento. Ricordatevi sempre le parole del Taiichi Ohno:

Non esiste il miglioramento senza uno standard.

Questo primo livello di standard è quello più difficile da fare, ed è proprio per questo motivo che non viene fatto. Le persone scappano e si nascondono davanti alla prima difficoltà. Ci vuole un leader molto bravo che capisce questa situazione e guida le persone nella realizzazione. E le fa crescere lungo il percorso.

Come fare per realizzare questo primo standard?

Andate passo per passo a ricostruire un processo alla volta per la realizzazione di un prodotto. State lì insieme all’operaio e prendetevi nota di operazioni e tempi, mettete tutto su un tabellone visuale (con post-it ad esempio…) in modo tale che possa essere consultato facilmente dalla persona/e che esegue il lavoro. Finito il primo ciclo fermatevi. Parlate con la persona, vedete dove ha avuto difficoltà, eliminate gli sprechi ovvi nell’esecuzione (hansei). Ripetete il ciclo. Andrete già meglio. E il vostro standard nuovo diventerà quello del secondo ciclo, poi quello del terzo, poi quello del quarto ecc. Anche se un ciclo dura due mesi, non importa. Fate una foto del tabellone alla fine del ciclo e poi riportatela in uno standard. Tenetevi traccia del ciclo precedente e al ciclo successivo parlate con la persona prima di iniziare su cosa ha fatto in quello precedente (recuperate i dati) e cosa si può cambiare in questo per renderlo ancora più efficiente. Facendo così, ad ogni iterazione eliminerete una parte della variazione dal ciclo e lo stesso diventerà sempre più stabile e prevedibile. Ed eliminerete sempre una nuova piccola parte del mura…

Ma non si capisce che, se questo processo non viene fatto, ogni futuro tentativo di migliorare sarà come sparare le palline di golf nella nebbia… Barcolamento nel buio insomma…

Purtroppo a questo tempo da dedicare allo studio iniziale non viene data importanza di cui necessita. Si dice: “ma tanto capiranno e si organizzeranno”. Non funziona così. Non nelle aziende di successo. Sono i leader che devono saperlo, capirlo, e impegnarsi inizialmente di persona a guidare le loro persone ad agire in modo corretto. Portarli a pensare in termini di continuo cambiamento e continua mutazione dello standard. Poi queste stesse persone saranno in grado di farlo anche da sole ai cicli successivi e anche ad insegnare il metodo al prossimo. E voi come leader passerete ad altri processi, altri problemi da affrontare.

Voi cosa ne pensate? Fatemi qualche esempio di questo nella vostra azienda. Sono sicuro che di questi esempi ce n’è quanti ne volete. Basta saperli riconoscere e iniziare ad eliminare. Uno alla volta. Passo per passo…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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