Parliamo di muri

Cosa è muri?

Come avevo detto nell’articolo in cui parlavo di muda, muri e mura, il muda sono i sette sprechi classici, muri è il sovraccarico delle persone e/o delle risorse, mura invece è l’irregolarità del carico.

Il sovraccarico delle persone e delle risorse è un argomento ingiustamente poco discusso negli ambienti lavorativi. I sette sprechi classici rappresentati dal muda sono stati descritti e discussi in dettaglio in moltissimi libri e articoli, il muri invece è stato sempre relegato in seconda linea.

Riporto qui l’esempio del muri dal mio articolo precedente:

Pensate per analogia ad un camion che viene sollecitato in continuazione con il doppio del carico nominale: la prima volta probabilmente non succederà nulla, la seconda neanche, … , alla n-esima volta invece succede che si rompe un’asse e il camion non è più utilizzabile o ha bisogno di lunghi tempi di riparazione. Questo deve farvi pensare: ma vale veramente la pena sollecitare le persone e le risorse oltre il loro limite fisico per avere un beneficio a breve termine?

Questo è l’esempio di una risorsa. Ma il discorso è ancora più importante quando si parla del sovraccarico delle persone. Le persone non sono giocattoli i quali, se si rompono, possiamo anche buttarli e sostituirli. Persone una volta che si rompono, sono soldi… Molti soldi per l’azienda… E in certi casi può dipendere anche la sopravvivenza dell’azienda se si verificano casi particolarmente gravi.

E poi questo spreco si verifica in particolare nelle aziende dove le persone non vengono rispettate, dove vengono considerate come il male necessario per produrre e guadagnare soldi da parte dei padroni. E sono, in Italia, moltissime aziende che fanno così… Anzì, direi che lo fa la gran maggioranza di aziende.

Perché le persone vengono sovraccaricate? Perché non esiste una progettazione dei cicli produttivi, dei processi, dei lavori. Di solito nelle aziende, soprattutto quelle piccole e medie, viene lasciato tutto a caso, all’autoorganizzazione da parte degli operai eventualmente con l’aiuto di qualche capo, e nessuno di loro ha mai fatto qualche corso o formazione su come dovrebbe essere organizzato un posto di lavoro né cosa sia un processo produttivo organizzato.

E allora cosa succede? Succede che questa autoorganizzazione va a favorire la variabilità del sistema, dove le conoscenze e relazioni personali tra il capo e operaio possono fare in modo che quest’ultimo venga messo in una postazione più o meno facile o difficile… E poi mai più spostato in quanto la polifunzionalità è solo un sogno…

E questa disorganizzazione di base non viene mai corretta nella vita di una azienda. Se non si riprende il discorso e si ristabiliscono le priorità, si formano le persone, si ristabilisce la stabilità dei processi e si elimina la variabilità, il sovraccarico delle persone non è eliminabile. E altrettanto non è possibile guadagnarci il rispetto delle persone, in quanto ci sarà sempre qualcuno che non è soddisfatto dalla propria situazione in quanto deve fare uno sforzo maggiore rispetto ad un altra persona nella stessa azienda.

La strada è quindi segnata: stabilità dei processi, standardizzazione dei cicli, equa distribuzione dello sforzo attraverso la formazione delle persone ad essere polifunzionali, e si arriva al rispetto e collaborazione di tutti nel miglioramento continuo.

Siete d’accordo con me? Qualcos’altro da aggiungere?

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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