Dal leanblog.org un articolo di Mark Graban su cosa deve e non deve insegnare un consulente lean.
In pratica, dall’articolo si possono elencare le seguenti conclusioni:
- coinvolgere tutti i dipendenti è un obbligo
- ascoltare i dipendenti andando sul luogo di lavoro (gemba)
- la formazione continua dei dipendenti sulla filosofia e lean thinking sia se provvengono dai leader interni o da consulenti esterni
- non bisogna per nessun motivo dare le risposte ma bisogna fare le domande e far arrivare le persone alle risposte migliori nel loro campo di applicazione
- un consulente esterno sicuramente non conosce nel particolare i processi del suo committente per poter dare le risposte risolutive, ma può insegnare i concetti come riduzione dei lotti e poka yoke per portare il modo di pensare degli interni sulla corretta “lunghezza d’onda” per il miglioramento continuo
- facendo solo gli eventi kaizen utilizzando gli strumenti senza spiegare i concetti che stanno alla base si rischia di mettere a posto velocemente qualche parte del processo ma di perdere l’opportunità immensa di insegnare a pensare a lungo termine i dipendenti dell’azienda in termini di lean thinking
- un consulente esterno sicuramente può portare la sua esperienza e conoscenza di lean ed aprire gli occhi alle persone ma il vero miglioramento e la vera ruota che fa girare l’azienda sono gli interni che fanno il lavoro giorno per giorno, quindi lo scopo di avere un consulente è quello di utilizzarlo per trasmettere agli interni il modo di pensare, di vedere il valore e sprechi, di vedere il flusso, di andare al gemba, di risolvere i problemi, poi loro devono portare l’iniziativa avanti trovando i modi nuovi e migliori e più efficienti per fare quello che stanno già facendo
L’articolo completo può essere letto cliccando qui…