Avevo già parlato del libro Drive di Daniel Pink in un articolo precedente ed ho promesso che tornavo sull’argomento.
Ed eccomi qui…
Oggi vi parlo dei tre elementi fondamentali necessari per essere motivati sul lavoro: autonomia, maestria, scopo…
Autonomia
Da bambini abbiamo l’impostazione di default di essere autonomi e auto-diretti. La sfortuna vuole, con le circostanze dovute alla gestione aziendale primitiva, che questo nostro default cambi e ci faccia diventare degli esseri obbedienti e che non devono pensare nel loro lavoro.
Ma per incoraggiare il comportamento corretto, quello motivante, e le alte prestazioni che con esso si raggiungono, il primo tassello da mettere sul tavolo è l’autonomia. Le persone hanno bisogno di autonomia sul compito che devono fare, sul tempo che hanno a disposizione per farlo, sulla scelta delle persone con cui farlo e sulle modalità tecniche di come farlo.
E le organizzazioni che offrono questa autonomia alle proprie persone, costantemente battono la loro concorrenza…
Maestria
Mentre la motivazione tipo bastone e carota richiedeva l’assoluta conformità alle regole da parte delle persone, il nuovo tipo di motivazione richiede il loro impegno. Perché solo impegno assoluto può portare alla maestria, ossia a diventare migliori in qualcosa che ci interessa.
Uno studio molto importante riguardante l’impegno è quello sottolineato da Malcolm Gladwell nel libro Outliers. In esso è portato a conoscenza del lettore il fatto che per diventare esperti a livello mondiale in qualsiasi attività, sono necessarie circa 10000 ore di lavoro e impegno costante, con lo scopo ben definito nella testa e con la formazione specifica. Devi avere la passione per quello che fai, ma senza l’impegno da dedicare a questa passione di 10000 ore, potrai essere solo AVERAGE, ossia da nessuna parte… Il libro riporta gli esempi dei The Beatles, dei giocatori di hockey professionisti, di Bill Gates e Steve Jobs ecc… L’impegno quindi è l’essenziale, ma non l’unica variabile: esiste anche la variabile delle circostanze nelle quali si sono trovati questi personaggi che gli hanno permesso la dedica completa alla loro passione e raggiungimento di queste 10000 ore nel momento giusto quando erano in grado anche di monetizzarle in maniera opportuna. Non tutti hanno a disposizione la variabile del momento nella storia per monetizzare perfettamente la loro passione, ma comunque possono vivere la loro vita soddisfacente grazie ad essa e grazie alla loro competenza acquisita con l’impegno…
L’inseguimento della maestria, una parte importante ma spesso dormiente del nostro circolo motivatorio, sta diventando l’essenza del successo di una persona nel mondo economico odierno. La maestria inizia con il “flusso” (flow), ossia la situazione nella quale le sfide che stiamo affrontando corrispondono alle nostre abilità.
Le aziende brillanti per questo motivo danno alle loro persone gli obiettivi né troppo facili, né troppo difficile, ossia esattamente quelli che queste persone possono raggiungere attraverso l’impegno, permettendogli così il raggiungimento dello stato di flusso psicologico.
Ma anche la maestria deve seguire tre regole fondamentali:
- mentalità: richiede la capacità di riconoscere le proprie abilità non come finite ma come infinitamente migliorabili
- dolore: richiede lo sforzo, impegno, e pratica deliberata
- asintotica: l’obiettivo deve essere impossibile da raggiungere (come lo stato ideale) in pieno, il che lo rende sfidante ma anche qualche volta frustrante – ma più ci si avvicina allo stato ideale, più ci dividiamo dai nostri inseguitori…
Scopo
Gli umani, per loro natura, nella vita cercano lo scopo – una causa più grande e di più grande durata di loro stessi. Ma i business tradizionali hanno a lungo considerato lo scopo come un ornamento – una cosa bella da avere affinché non influisce sulla gestione “seria”, delle cose “importanti”…
Meno male che ultimamente questa cosa sta cambiando. Lo scopo nelle organizzazioni più avanzate sta prendendo il suo posto accanto alla massimizzazione dei profitti come un principio guida e aspirazione…
All’interno delle organizzazioni, in che modo si può esprimere lo scopo?
- attraverso gli obiettivi che servono per raggiungerlo
- attraverso le parole che sottolineano più che il mero interesse personale
- attraverso le politiche che permettono alle persone di inseguirlo in maniera autonoma.
Questo movimento, dell’accompagnare la massimizzazione del profitto con la massimizzazione dello scopo, ha il potenziale di ringiovanire le nostre aziende e di cambiare radicalmente il nostro mondo…