Nei due articoli precedenti abbiamo visto cosa è il PIL e cosa significa la crescita potenziale del PIL.
Quindi questo riferimento di PIL potenziale è molto importante per capire cosa succede nell’economia, come abbiamo visto nell’ultimo articolo. Andiamo oggi un po’ più a fondo con questo discorso.
Disegniamo in un grafico come varia la crescita del PIL nel tempo:
Come vediamo dalla linea blu che rappresenta il valore del PIL nel tempo, il PIL reale varia, va su e giù. Senza un riferimento questi valori non hanno un grande significato. Ma se aggiungiamo la crescita potenziale del PIL, rappresentata dalla linea tratteggiata (assumendo che sia costante anche se in realtà non lo è), possiamo immediatamente individuare alcune aree dove sono rappresentate le deviazioni del PIL rispetto al potenziale, come abbiamo visto nell’articolo precedente.
Così abbiamo le aree verdi dove il PIL reale è superiore al potenziale e si ha una situazione di gap inflazionario, dove l’inflazione cresce e disoccupazione diminuisce, si cresce in sostanza troppo rapidamente.
Altrettanto vediamo delle aree in arancione dove abbiamo il cosiddetto gap recessionario, dove il PIL reale è inferiore a quello potenziale, dove la crescita è troppo lenta. Da notare è che non è detto che nel gap recessionario siamo in recessione, perché potremmo essere anche sopra lo zero della crescita del PIL totale, ma che c’è uno gap rispetto a quello che dovrebbe essere la crescita potenziale del PIL, ossia stiamo crescendo troppo lentamente. In questa situazione l’inflazione diminuisce, ma aumenta la disoccupazione. Si tratta di una situazione peggiore rispetto alla prima in quanto se siamo in gap inflazionario, i prezzi aumentano, ma più o meno tutti lavorano, mentre in questa situazione succede che molte persone restano senza occupazione, il che non è un buon segnale per la sopravvivenza dei governanti…
Nel prossimo articolo vedremo cosa guida effettivamente l’economia e come è collegato questo fatto con quello che abbiamo visto fino a questo punto.