Perché un anno e mezzo di lean non significa essere lean?

L’altro giorno avevo parlato di Lean Experience Factory e delle mie impressioni riguardo alla sua apertura.

Quello che mi ha lasciato maggiormente perplesso l’avevo espresso nei commenti:

…tra i testimonial del lean c’erano aziende (grandi e conosciute, per carità) che applicano lean da meno di due anni. Io se fossi dirigente di una tale società avrei almeno l’umiltà di dire che non so ancora niente del lean e che sto appena iniziando ad esplorarlo. E sicuramente non sarei andato a promuovermi come un profeta del lean che sa tutto e fa tutto…

Nell’ambito di applicazione di lean thinking, secondo me, due anni sono un periodo estremamente breve. Soprattutto quando si parla di aziende grandi.

In due anni gli strumenti del lean possono eventualmente essere applicati ad alcune linee produttive, o anche ad interi stabilimenti. Questi possono raggiungere un determinato livello di produttività superiore a quello che avevano prima.

Ma ciò che non è possibile raggiungere nel lean in due anni è la sua penetrazione in tutti i processi aziendali. La creazione della cosiddetta Lean Enterprise (impresa snella).

Questa creazione è diversa dalla pura applicazione di strumenti lean che servono per migliorare la produttività eliminando qualche spreco. Richiede il coinvolgimento diretto di tutte le persone dell’organizzazione alla soluzione dei problemi applicando il metodo scientifico. A partire dall’amministratore delegato fino all’ultimo arrivato tra gli operai.

In Italia un’impresa del genere non credo esista. Perché in Italia l’AD di solito delega a sua volta. E “non ha tempo” per queste “cavolate” del lean di persona in quanto deve preoccuparsi della parte economica della sua impresa. E creazione di una cultura di problem solving nella sua impresa è l’ultimo dei suoi pensieri. Per lui è importante che il lean faccia in modo che si produca di più con meno spese e magari eliminando gli straordinari. E questo gli basta. Poi se qualcuno tenta di introdurre qualcosa di diverso, se comincia a creare una cultura diversa dalle sue idee, questo viene prontamente “allontanato”…

In Italia abbiamo pochi leader veri, visionari, che rispettano le persone, che credono veramente nel fatto che il maggior vantaggio competitivo può essere dato dal continuo miglioramento della competenza delle persone. E che il risultato finanziario seguirà come conseguenza di una gestione fatta in questo modo. No, non ne abbiamo proprio per niente, direi. Tutti pensano che ciò che possiamo guadagnare a breve termine, anche con mezzi di dubbia natura, è il modo migliore di gestire l’impresa. Le persone? Sono solo oggetti da sfruttare al massimo della loro resistenza fisica e psichica e poi lasciarle al proprio destino.

E il valore più grande dell’impresa è proprio la conoscenza collettiva delle persone che in essa lavorano. Se siete capaci di catturare questa conoscenza collettiva e rivoltarla in valore reale, non solo sarete un azienda leader sul mercato italiano, ma non avrete paura di nessuno anche a livello mondiale. A guidarvi deve essere la vostra passione, la vostra visione a creare qualcosa di unico per voi, per i vostri clienti, per i vostri dipendenti, per le loro vite, per il mondo. Un’esperienza di vita e di passione che saranno sempre contenti di raccontare, e che tramanderanno alle generazioni successive.

E creazione di questa esperienza richiede altro che due anni. Ci vogliono decenni. Pensate alla Toyota che per più di 70 anni racconta ai propri dipendenti della sua storia, degli aneddoti occorsi quando creavano le basi del loro sistema di gestione attuale, episodi che hanno causato la creazione dei principi ancora oggi attuali nei comportamenti e azioni di tutte le persone all’interno. Oppure ad una Apple, anche se non si tratta di una impresa lean, che insegue la passione e visione di creare qualcosa di unico da più di 30 anni, e appena adesso sta iniziando a cogliere i frutti e a dominare i mercati (prima viveva dalla dominazione di una nicchia di appassionati che hanno scoperto il valore del design e semplicità prima degli altri…). Oppure ad una Zappos che trova nella felicità dei suoi dipendenti il filo conduttore per creare il valore dato al cliente, trasformando un semplice call center in un’esperienza irripetibile per il cliente e per il dipendente. Questi sono i principi di creazione di un’impresa lean, un’impresa dove esiste un metodo di diffondere la visione e la passione dei fondatori per creare un allineamento unico nel suo inseguimento. Da parte di tutti. Tutti i giorni. In tutte le azioni.

Rifletteteci attentamente e fate le vostre considerazioni personali nei commenti.

PS. E se invece appartenete alla piccolissima percentuale di questo tipo di leader visionari, e volete diffondere nella vostra impresa una cultura di educazione e apprendimento e vero miglioramento continuo, potete contattarmi, posso aiutarvi a creare insieme un’impresa che durerà nei decenni a venire… Non sarà necessario diffondere le idee esternamente nei seminari o conferenze. Saranno i fatti, e non parole, a parlare per voi…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

2 comments… add one
  • Matteo Gen 5, 2012, 11:23 am

    Articolo molto bello ed interessante. Ci ho ragionato molto pure io in seguito alle poche attività kaizen che ho eseguito ed ho coniato una frase che uso spesso, in sostanza: non siamo lean, stiamo solo facendo del kaizen…
    Questo perché come dici tu la lean enterprise è un’azienda profondamente lean, quasi un obbiettivo e il “coltellino svizzero” per realizzarla è appunto il kaizen.

    A tal proposito ho anche scritto un post sul mio blog: http://danoinonsipuo.blogspot.com/2011/12/quote-were-not-lean-were-just-doing.html

    • Dragan Bosnjak Gen 12, 2012, 8:22 pm

      Sono d’accordo. Solo che come kaizen io intendo il miglioramento di tutte le persone e processi, ogni giorno. Basta poco al giorno, da parte però di tutte le persone, sia in termini di crescita personale che del processo, per essere in grado di costruire una azienda e una cultura lean che resisterà a qualsiasi tempesta…

Leave a Comment