Perché copiare non è sempre la migliore delle idee…

Più volte mi avete sentito dire che copiare quello che fanno gli altri non è che funzioni sempre. Ad esempio, copiando ciecamente la struttura della leadership nella Toyota (circa 1 leader ogni 5 persone…), senza capirne le ragioni e il come ci si è arrivati a questa struttura, potrebbe portare ad un appesantimento della struttura e costi aumentati anziché diminuiti.

Il mondo del tennis ci porta un altro esempio di questo principio (ndr. voi oramai saprete che sono un grande fan di tennis… 😉 ).

Probabilmente conoscerete Andy Murray, attuale n.4 del mondo (in figura). Ed alla continua ricerca dell’ultimo salto di qualità che lo proietterebbe in vetta alla classifica. Quest’anno ha osservato il suo amico ed ex n.3 del mondo Novak Djokovic, che quest’anno il salto di qualità lo ha fatto, diventando praticamente imbattibile su un campo da tennis (53 vittorie e 1 sola sconfitta) e anche il n.1 del mondo.

Ecco, Djokovic ha sempre avuto qualche problema di salute nei suoi primi anni di carriera, spesso dovuti anche alla pessima resistenza alle alte temperature. Quest’inverno aveva scoperto che aveva allergia alle glutine e ha cambiato completamente il suo regime alimentare, eliminandole completamente. E problemi di salute quest’anno non si sono ripresentati mai più, e la sua continuità di risultati e gioco è stata impressionante.

Murray, vedendo il suo amico raggiungere questi risultati, ha pensato anche lui ad introdurre questa dieta dopo il Wimbledon, come racconta l’articolo di Steve Tignor su blogs.tennis.com:

Il Serbo è più snello e più leggero, ed ha, da tutto quello che si vede, risolto il suo problema di allergia e tenuta che lo hanno asfissiato in passato. Non è quindi una grande sorpresa che Murray quest’estate ha adottato una nuova dieta basandosi su quella di Djokovic. Mentre prima usava riempirsi di carboidrati fino a 6.000 calorie al giorno, inclusi i 50 pezzi di sushi dopo le partite (sembra che abbia tenuto in piedi da solo uno dei suoi ristoranti preferiti…), Murray adesso ha tagliato tutto il pane e altri carboidrati, e ha persino fatto resuscitare la pasta libera di glutine, cibo di cui non era neanche a conoscenza prima di quando ne avesse parlato Djokovic quest’anno.

Ma il risultato di Murray, almeno nel primo torneo dopo la pausa estiva, è stato imbarazzante: ha perso una partita da un giocatore mediocre, sicuramente non al suo livello, per 6-3 6-1, un massacro…

E nonostante le sue parole che adesso recupera meglio e prima dopo le partite, forse non era proprio necessario cambiare qualcosa che sembrava funzionare bene almeno nelle ultime settimane prima della pausa (ha perso le semifinali di Roland Garros e Wimbledon, e ha vinto il torneo di Queens…) e gli mancava poco per raggiungere i suoi obiettivi…

Forse dopo questa figuraccia ritornerà alla sua alimentazione standard e sarà pronto per le prossime uscite.

Il corpo umano è diverso per ciascuno di noi. Qualcuno riesce a trovare la sua ricetta propria e diventa più sano, reattivo ecc. Ma non è detto che la stessa ricetta funzioni anche con qualcuno per cui la ricetta non è quella… Quindi copiarla non serve a niente. Anzì, potrebbe anche peggiorare le prestazioni…

Lo stesso succede nelle aziende. Prendiamo ad esempio due aziende che hanno lo stesso prodotto, le stesse dimensioni, tutto uguale, tranne il modo in cui sono gestite. E quelli peggiori vengono a conoscenza di qualche trucco dell’azienda migliore e lo applicano alla loro situazione specifica. E lo copiano spudoratamente nella loro azienda pensando che così potranno recuperare lo svantaggio competitivo.

Invece di solito accade proprio l’opposto. Non chiedendosi il PERCHE’ di una determinata scelta del loro concorrente, e del come ci sono arrivati a farla, di solito finiscono di essere ancora peggiori di prima e il gap tra le due aziende aumenta ulteriormente.

Ecco perché la Toyota ad esempio ha sempre permesso ai suoi concorrenti di venirla a visitare e a vedere la loro produzione. Non hanno paura degli altri che copiano ciecamente le loro idee. Perché loro sanno come e perché sono arrivati a quella determinata situazione, e sanno che il giorno dopo le loro assunzioni potrebbero completamente cambiare e i loro processi evolvere ancora seguendo l’obiettivo della perfezione…

Invece gli altri che li copiano implementano ciò che hanno visto ma non capiscono i processi mentali e i problemi affrontati e risolti che a quella situazione hanno portato. E finiscono con qualche strumento applicato da manuale, ma che non serve a niente per fornire il valore vero ai loro clienti, interni e esterni.

Quindi, attenti quando copiate. Prima dovete sapere dove dovete arrivare, poi dovete modificare pian pianino ciò che avete in mano per avvicinarvi passo passo ad esso. Questo è l’unico modo per migliorare veramente e per avere anche il know-how del perché del miglioramento…

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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