Negli articoli precedenti abbiamo visto cosa è il PIL, la crescita potenziale del PIL, l’andamento del PIL nel tempo e cosa sono la Domanda e Offerta Aggregata.
Adesso andiamo a vedere cosa succede quando questa domanda ed offerta aggregate si muovono, ossia cosa succede in un’economia reale, dinamica.
Iniziamo parlando della definizione del PIL che abbiamo visto che è pari alla somma di consumo, investimenti, spesa pubblica e esportazioni nette.
PIL=CONSUMO+INVESTIMENTI+SPESA PUBBLICA+(ESPORTAZIONI-IMPORTAZIONI)
Siccome il PIL è sulla nostra asse x nel grafico visto la volta precedente,
immaginiamo di cambiare alcuni di questi valori. Supponiamo che cambino in maniera positiva, ossia che crescano. In questo modo la curva della domanda aggregata si sposta verso la destra (AD1 diventa AD2):
Se disegniamo il nuovo punto di equilibrio tra la domanda e l’offerta aggregata, vediamo che anche questo punto di equilibrio si sposta e il PIL si sposta da GDP1 a GDP2. Si sta verificando una crescita del PIL. Ma osservando la proiezione del nuovo punto di equilibrio anche sull’asse verticale, vediamo che il livello di prezzi è aumentato da LP1 a LP2, ovvero si è verificata la crescita dell’inflazione.
In sostanza, abbiamo ottenuto più PIL e più inflazione, esattamente come avevamo visto negli articoli precedenti. Se pensate in maniera intuitiva alla correlazione tra la crescita del PIL e la disoccupazione, è facile immaginare che quando il PIL cresce, la disoccupazione diminuisce (più produzione=più posti di lavoro).
Se, viceversa, il PIL diminuisce, la disoccupazione aumenta in quanto si produce meno. Quindi la disoccupazione è sempre inversamente proporzionale alla crescita del PIL (più PIL=meno disoccupazione), e lo stesso vale anche anche per l’inflazione, solo che qui la correlazione è direttamente proporzionale (più PIL=più inflazione). Se invece il PIL diminuisce, aumenta la disoccupazione e diminuisce l’inflazione.
Che il PIL cresca e la disoccupazione diminuisca è una buona cosa in generale, ma vi è sempre il lato negativo dell’aumento dell’inflazione, ossia del livello generale dei prezzi nell’economia stessa. Questo comporta per i governi di dover tenere sotto stretto controllo la crescita del PIL e quindi dell’inflazione, per non andare ad aumentare i prezzi troppo in maniera che non siano più sostenibili per la popolazione, il che comporterebbe automaticamente una diminuzione del consumo e ricaduta del PIL… Sono sempre i compromessi che devono essere gestiti per non inciampare in una o nell’altra disavventura…
Quindi, questo è ciò che succede se cambia la domanda aggregata. E spesso è proprio quella a guidare la macroeconomia, in quanto tutti i fattori che compongono il PIL, il consumo, gli investimenti, la spesa pubblica o le nette esportazioni, possono muoversi in qualsiasi momento e in questo modo influenzare l’economia.
La prossima volta vedremo invece cosa succede quando si muove l’altra curva: l’offerta aggregata, e quali situazioni si verificano in questo caso.