Soluzioni all’italiana #2: Bretella autostradale Villesse-Gorizia

Spesso in molte cose che vedo in Italia mi meraviglio della poca lungimiranza delle soluzioni applicate dalle amministrazioni a vari livelli, regionale, provinciale, o anche statale.

E una di queste soluzioni è anche quella che osservo da alcuni mesi nella mia zona, per la bretella autostradale tra Villesse e Gorizia. Fino a pochi mesi fa, questa era una superstrada a quattro corsie, con il limite di velocità di 90 km/h. Adesso invece è stato deciso di trasformarlo in un vero e proprio tratto autostradale, con limite di 130 km/h.

I lavori di preparazione del terreno sono abbastanza semplici e possono essere finiti in poco tempo – si tratta infatti di un tratto completamente pianeggiante. E infatti quelli sono quasi completamente terminati.

Il problema invece sono i cavalcavia. Voi direte: beh, se c’era la superstrada a quattro corsie, i cavalcavia dovrebbero già essere a posto, li avranno fatti larghi abbastanza, giusto… E invece no. Sono tutti da rifare in quanto contenevano appena appena le quattro corsie precedenti. I 10 m circa in più necessari per l’autostrada normale non erano contemplati. E quindi bisogna buttare giù tutti gli esistenti e rifare i nuovi, più larghi.

Capisco che, magari, quando la strada è stata fatta, non si pensava che un giorno non ci sarebbe stato confine tra Italia e Slovenia, che quella bretella sarebbe diventata una delle prioritarie strade di collegamento per l’Europa unita, ecc ecc. Oppure si poteva anche pensarlo?

E poi, comunque, se si fanno i cavalcavia per la strada a quattro corsie, bastava farli subito più larghi, con pochissima spesa in più e così, adesso, questa autostrada poteva già essere finita e funzionante. Invece così, oltre alle enormi spese di rifare tutto, anche il tempo di consegna del tratto si allunga di svariati mesi.

Come detto sopra, la visione a lungo termine non è proprio una delle caratteristiche migliori delle nostre amministrazioni pubbliche. Ma non pensate che queste cose succedano solo in amministrazione pubblica. Pensate solo alle vostre aziende. Quante volte vi succede di fare qualcosa, acquistare magari un macchinario che costa qualche centinaio di mila di euro, e poi dopo pochi anni vi trovate con un monumento immobile che non sapete cosa farvene in quanto nel frattempo avete deciso di diventare più snelli (lean) e quindi di modificare i flussi di lavoro e il modo di operare, dove questo macchinario diventa solo una palla tra i piedi?

Quello che manca, in ciascuna di queste situazioni, è una visione a lungo termine. Come volete che diventi la vostra azienda tra 20-30-50 anni? Non tra 2 o 3. Cosa dovreste NON fare oggi per diventare, tra 20 o 30 anni, quello che vi siete prefissati? O cosa dovreste fare diversamente? Lo scopo è quello di non investire oggi in qualcosa che, in futuro, dovrete distruggere o buttare via o rifare diversamente perché nel frattempo cambieranno le circostanze.

Ecco perché lean vi dice di investire sempre in attrezzature piccole, flessibili, poco costose, mobili, che possono essere facilmente spostate, modificate, che servono un unico scopo, e non investire in monumenti costosissimi e immobili che, domani, potrebbero non servire più lo scopo attuale ma le loro dimensioni e costi vi costringono a tenerle, magari anche per nostalgia o per ROI mai realizzato, nel reparto a occupare gli spazi e a rendere la vostra produzione vincolata a grandi lotti e lunghi tempi di setup… E a prendere tanta polvere…

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Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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