Lean Questions: Intelletto

Eccoci di nuovo nella rubrica Lean Questions, che ogni venerdì risponde alle vostre domande poste attraverso i soliti canali: FacebookGoogle+ e Contatti, oppure, in assenza delle domande dirette, prende in esame le domande poste nei vari gruppi su LinkedIn di cui faccio parte.

Oggi la domanda è dal LinkedIn da parte di Daniele:

L’8° spreco della lean: l’INTELLETTO. Venite assunti tra mille promesse per svolgere un lavoro coerente con i vostri studi e poi vi ritrovate a compilare fogli Excel tutto il giorno, cosa fate?

Prima di tutto, ciao Daniele! Come procede la tua missione di trasformazione in un vero Lean Talent Scout?

Torniamo alla domanda. Scommetto che tutti vi siete trovati, dopo aver finito i vostri studi ed entrato nel mondo del lavoro, in una situazione più o meno simile, vero?

E vi siete chiesti: “Ma chi diavolo me l’ha fatto fare a studiare come un %£$%$ per fare, alla fine, questo lavoro?”

Il problema dove sta? Sta nell’inadeguatezza delle nostre aziende a dare un definito percorso di formazione alle persone. Non sappiamo programmare lo sviluppo della persona. Non ne siamo capaci.

Se venite assunti in una Toyota, non potete esimervi al percorso definito per ogni nuova matricola, e che dura non qualche giorno, ma anni. Appena dopo una decina d’anni di esperienze varie e insegnamento del problem solving dei problemi reali, venite inseriti a guidare gli altri con la vostra esperienza acquisita.

Nelle nostre aziende, vi racconto alcuni dei scenari più frequenti:

  • un neo laureato, se ha la fortuna di essere assunto (con chissà quali spintarelle…), viene messo in una posizione di leadership, per la quale non ha mai avuto alcun tipo di formazione. E viene preso in giro da operai con terza media in quanto sanno molto più del suo lavoro di lui stesso. La scuola non insegna il pensiero critico, scientifico, problem solving, o leadership – questi vengono acquisiti dopo anni di esperienza sul campo, oppure attraverso la formazione. Nelle nostre aziende, esiste solo la prima variante…
  • un neo assunto viene messo a compilare i fogli excel con dati poco significativi e di cui non sa niente. Mi chiedo chi è il datore di lavoro ad avere bisogno di una persona di questo tipo? Di solito si assume per ottenere qualcosa da quella persona, ad utilizzare la sua capacità di osservazione, analitica. Se invece succede questo, vuol dire che questo datore di lavoro non ha la più pallida idea di cosa succede nella sua azienda e che se ne frega dello sviluppo delle persone: le paga solo per eseguire compiti semplici e ripetitivi senza pensare. Io non vorrei avere un datore di lavoro così, scapperei lontano…
  • neo assunto viene buttato subito nella mischia dicendogli: “Vedrai che te la caverai”. Niente formazione, niente di niente. Viene assegnato a qualche capo cui unico scopo è di difendere la propria posizione e i propri interessi personali, così non ti fa vedere niente, e poi ad ogni errore che fai fa il rapportino al datore di lavoro che non capisci niente. Consiglio: se potete, scappate subito…

Il rispetto delle persone nel lean comprende lo sviluppo della persona, la sfida alla persona di migliorare se stesso, e durante questo miglioramento personale di aiutare l’azienda a migliorare anche essa. Man mano che cresce la persona, cresce anche l’azienda. Ma l’azienda per crescere deve dare alla persona la struttura base e la direzione strategica sul dove si vuole andare. E deve fornirgli/insegnargli gli strumenti base per poter iniziare questo percorso. Io consiglierei, come requisito minimo, di fare una formazione semplicissima sul valore e spreco, come andarli a vedere e riconoscere nei processi, e sul come andare ad affrontare e risolvere i problemi in maniera sistematica, insegnandogli gli strumenti base attraverso le situazioni ed esperienze che affronta ogni giorno sul lavoro. Questi due sono corsi fondamentali per iniziare. Poi, dopo acquisizione di un pò di esperienza in essi, andrei a coinvolgerli sempre di più nei problemi sempre più complessi, in maniera da affinare le loro capacità e per farli diventare capaci di fare e anche ad insegnare le stesse cose anche alle generazioni future, garantendo la continuità a lungo termine dell’impresa. Purtroppo, sono pochissime e rarissime le aziende con questa mentalità e dedica. Ma fossi uno di voi, le cercherei con la lente d’ingrandimento se necessario…

Spero che queste informazioni vi siano state utili, e continuiamo a discuterne.

PS. Se avete anche voi qualche domanda da farmi, basta che utilizzate i canali elencati sopra e di seguirmi su G+ e FB. Sono sempre a disposizione a darvi una mano… ;)

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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