I sette sprechi #4: Movimenti

Il terzo dei sette sprechi classici che andrò ad esaminare, dopo i trasporti e gli inventari, è lo spreco dei movimenti. Questo è uno spreco spesso sottovalutato in quanto le persone non ci fanno il caso. Ma può essere lo spreco più pericoloso, in tutti i sensi, in quanto può nascondere delle insidie a lungo termine che magari con gli altri sprechi non esistono. Lo vedremo tra poco.

Perché si tratta di uno spreco?

Le persone per fare il loro lavoro effettuano moltissimi movimenti con il loro corpo. Molti di questi movimenti sono necessari per aggiungere il valore al prodotto che stanno costruendo, ma moltissimi sono movimenti in più che non servono a questo scopo. E perciò sono uno spreco.

Esempi

Pensate a tutte le volte che una persona si piega, si gira, si sposta, cerca di raggiungere qualcosa, solleva ecc. Questi sono tutti movimenti elementari che vengono studiati da una materia scientifica che si chiama ergonomia ed è conosciuta da chi fa la sicurezza sul lavoro.

Nelle aziende lean queste cose vengono studiate per ogni postazione di lavoro e per ogni ciclo lavorativo, per capire lo sforzo fatto dalle persone nell’esecuzione del loro lavoro.  Nelle aziende tradizionali, nonostante gli obblighi di legge di dover fare la valutazione dei rischi per movimenti ripetitivi (metodo più conosciuto OCRA) e la movimentazione manuale dei carichi (metodo NIOSH per sollevamento e Snook-Ciriello per la spinta e trazione), questi obblighi generalmente vengono affidati a dei consulenti esterni che studiano qualche postazione di lavoro e poi generalizzano il concetto per l’intera forza lavoro, stando attenti di trovare sempre dei valori che sono sotto la soglia ammessa dalla legge. Non vogliono avere problemi ne loro ne i datori di lavoro…

Non capiscono invece che questi sprechi possono portare a un enorme aumento di efficienza della forza lavoro e dei processi a lungo termine, eliminando i movimenti potenzialmente dannosi e pericolosi e riducendo il lavoro alle operazioni semplici, che non stancano e che non rappresentano nessun pericolo per la salute dei lavoratori.

Come individuarlo?

L’individuazione è data dall’osservazione del lavoro standard e dal lento miglioramento del posizionamento degli elementi per ridurre il tempo per fare un operazione oppure per eliminare un movimento potenzialmente dannoso a lungo termine.

L’osservazione non funziona se è fatta una volta e poi lasciata a caso. Deve essere inserita nel lavoro standard dei capi squadra, dei capi gruppo ecc. Ogni giorno, ad ogni ora. Poi ci sono anche i software per fare la simulazione del lavoro e per vedere in termini numerici lo sforzo fatto dalla persona, ma questi metodi vengono applicati generalmente nelle fasi avanzate di applicazione. Inizialmente è sufficiente lavorare insieme agli operai per vedere dove fanno passi di troppo nel ciclo, dove si sforzano, e come si può migliorare la situazione. Come si fa a lavorare con loro su questi problemi? Basta chiedergli, ve lo diranno sicuramente, e poi guadagnerete anche qualche punto a vostro favore in quanto così dimostrate un maggior rispetto nei loro confronti. Meglio di così…

Come eliminarlo?

L’eliminazione è la conseguenza immediata dell’osservazione del ciclo e delle inefficienze nei movimenti. Man mano che vedete qualcosa che non va, correggetela e provate a rifare il ciclo. Poi se funziona standardizzatelo.

Conseguenze se eliminato

Se eliminati i movimenti, la conseguenza immediata è la riduzione del tempo ciclo anche significativa. Ma per me, la conseguenza più importante è la riduzione degli infortuni a lungo termine dovuti alla diminuzione dello sforzo per fare il lavoro. In pratica è come uno spreco di muri, ossia il sovraccarico lavorativo alle persone. E quando diminuiamo lo spreco di movimenti, diminuiamo anche il sovraccarico alle persone, uniformiamo il lavoro, lo rendiamo più sicuro e semplice.

Voi come gestite internamente nelle vostre aziende lo spreco dei movimenti?

Un consiglio: leggete l’articolo di Tim McMahon della scorsa settimana che parla dei 17 modi per ridurre lo spreco dei movimenti. Molto istruttivo.

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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