I sette sprechi #6: Sovrapproduzione

Nelle scorse puntate ho parlato degli sprechi dei trasporti, inventari, movimenti e attese. Oggi vi parlo dello spreco secondo me più importante di tutti gli altri, e del quale tutti gli altri sono diretta conseguenza: la sovrapproduzione.

Perché si tratta di uno spreco?

Non è facile far capire alle persone che la sovrapproduzione è uno spreco. Di solito nelle organizzazioni tradizionali produrre un qualcosina in più rispetto a quello che vi chiede il cliente è considerato buono, tanto non va buttato via niente, giusto? Non va buttato via niente, questo è vero, ma per farlo consumiamo tempo, risorse e occupiamo prezioso spazio dove mettiamo la merce prodotta in più e che il cliente non vuole in questo momento.

Perché è più importante di altri sprechi? Quando produciamo più di quanto ci viene chiesto, vuol dire che, per definizione: creiamo inventari inutili, materiale viene messo in attesa, vengono effettuati trasporti che non servono, le persone fanno movimenti che non portano a nessun valore aggiunto, vengono processati i materiali più del necessario, e probabilmente, visto che non ci sono processi perfetti, vengono anche creati i difetti… Quindi, per me è uno spreco superiore agli altri.

Perché nasce questo spreco? Nasce perché nelle aziende tradizionali (ma spesso anche in aziende lean che non hanno capito bene i principi…) non vi è la stabilità dei processi e la programmazione livellata della produzione. Ne parlerò tra poco…

Esempi

Abbiamo un sistema MRP che ci consiglia di produrre le quantità economiche (EOQ – economic order quantity) in funzione dei consumi storici dei clienti. E noi lo facciamo senza chiederci se tutta questa produzione sarà effettivamente consumata. Ci fidiamo del computer. E poi riempiamo i nostri stabilimenti del prodotto che marcisce per mesi prima di essere spedito quando c’è un calo di ordini…

Ma non è solo il MRP il responsabile della sovrapproduzione. Spesso, soprattutto nelle piccole aziende, questo non esiste neanche, e la produzione viene programmata a caso da parte dei responsabili, in funzione del loro “buon senso” e “esperienza storica”. E questa programmazione varia da un giorno all’altro… Creando così l’instabilità dei processi, le fluttuazioni interne, e la produzione diventa un continuo rincorrere e lotta contro il fuoco. Ricordatevi sempre: più merce avete a magazzino, meno probabilità c’è che troverete ciò che vi serve in quel momento…

Come individuarlo?

L’individuazione deve essere data dalla disciplina del sistema. Senza un sistema chiaramente definito avremo sempre le instabilità e sovrapproduzioni. Perché dico che la disciplina è fondamentale? Provate a pensare: avete un tabellone heijunka che è programmato per una determinata quantità del prodotto e ogni prodotto passa di lì nei tempi predeterminati (EPEx), quindi una produzione stabile e livellata in questo determinato periodo del tempo. Ma vi arriva un ordine del cliente superiore alla quantità programmata. Cosa fate? Producete di più in quanto avete già impostata la produzione per quel prodotto oppure mantenete la disciplina e producete solo quello che è stato programmato e completate l’ordine al passaggio successivo?

Scommetto che il 99,9% di persone sceglie la prima opzione (“tanto non disturba niente e siamo già impostati”) e invece la risposta giusta è la seconda: produrre ciò che è stato pianificato in quanto, se si suppone che la programmazione è stata fatta correttamente, nel prossimo ordine il cliente ordinerà di meno e manterrà il livello di ordini precedente. Invece se cambiamo ad ogni piccola variazione esterna corriamo il rischio di non raggiungere mai una stabilità del sistema e di produrre sempre più di quanto dobbiamo e di avere i magazzini sempre fluttuanti. Da evitare assolutamente…

Come eliminarlo?

Per evitarlo la risposta è uguale come quella per individuarlo. Disciplina, sistema, livellamento, stabilità sono le parole chiave. Pensate al famoso effetto bullwhip (effetto frusta) creato dall’instabilità.

Conseguenze se eliminato

Vi dico una cosa: non è possibile eliminarlo definitivamente. Le fluttuazioni e variazioni ci saranno sempre. Se eliminassimo completamente questo spreco l’azienda sarebbe nello stato ideale che, per definizione, è irraggiungibile. Ma più diventiamo bravi e ci avviciniamo allo stato ideale con il passare degli anni e più stabili saranno i nostri processi, e meno spreco creeremo.

Saremo più disciplinati e allineati verso la visione. Ma questa disciplina non nasce in un giorno. E’ un percorso a lungo termine che bisogna cavalcare dal primo giorno all’infinito. Solo così si diventa veramente snelli.

Nella vostra azienda come siete messi con la sovrapproduzione?

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

2 comments… add one
  • dario Feb 28, 2011, 1:26 pm

    Nella mia (sala operatoria chirurgica) la sovrapproduzione porta sempre a salvare delle vite 😉 .

    carissimo Dragan, sai che io amo uscire dagli schemi…
    Provoco per suffragare sempre la mia tesi che non si deve mai generalizzare.

    Nella mia realtà di produttore di vini, la sovrapproduzione, spcialmente nelle annate buone, è un grandissimo vantaggio.

    Nella mia produzione di prodotti tipo cash-cow la sovrapproduzione è benvenuta.

    Nella mia produzione, con tutti i miei bei processi perfettamente implementati e controllati, devo avere una sovrapproduzione.
    Purtroppo non ho sotto controllo la catena dei miei distributori e clienti finali e se non produco con una riserva di un tot % che so che dovrò eliminare, mi trovo con problemi di fornitura.

    Esempio: alimentare, dove so che produco tot tonnellate di pomodori che andranno al compostaggio anche se sarebbe perfetto ottimizzare. L’elasticità della domanda purtroppo mi obbliga allo “spreco”.

    Esempio: serie di fusioni in ghisa sferoidale GGG30 trattata termicamente. devo purtroppo produrne più del previsto, visto che la fonderia me ne produce e tratta minimo 20 pezzi, mentre so che ne potrò vendere solo massimo 15, se tutto va bene.

    Ci posso mettere tutta la disciplina che vuoi, ma non sempre ottengo ottimi risultati.

    Grazie, come sempre, per le utili riflessioni e proposte.
    Ciao

    • Dragan Bosnjak Feb 28, 2011, 9:06 pm

      Dario, grazie come al solito per le tue osservazioni.
      Il discorso degli sprechi della sovrapproduzione, come ho detto nel articolo, è un discorso che non è possibile eliminare perché l’azienda altrimenti sarebbe perfetta e vivrebbe nel mondo perfetto. E pertanto qualche errore nelle previsioni è inevitabile.
      E i tuoi esempi sono gli esempi pratici tipici che si trovano in tutte le aziende.
      Ma ci sono due tipi di sovrapproduzioni: quelle pianificate e gestite in un sistema organizzato e controllato e quelle che troviamo in gran parte delle aziende che sono quelle del tipo non pianificato ed esistenti in un sistema inesistente.
      Le prime sono gestite e non superano determinate somme in termini di risorse e sono sempre tenute sotto controllo, le seconde invece vanno spesso fuori ogni nostro controllo sia in termini di denaro che di spazio occupato (al limite le contiamo una volta all’anno all’atto di inventario e ne rimaniamo sorpresi…)

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