Lean Questions: Lean nel tessile

Eccoci di nuovo nella rubrica Lean Questions, che ogni venerdì risponde alle vostre domande poste attraverso i soliti canali: FacebookGoogle+ e Contatti, oppure, in assenza delle domande dirette, prende in esame le domande poste nei vari gruppi su LinkedIn di cui faccio parte.

Oggi la domanda è dai Contatti da parte di Luca:

Dobar dan Dragan! (ndr. Dobar dan=Buon giorno)

Sono attualmente impegnato nella neonata piattaforma produttiva serba (tessile) un dubbio mi assilla ovvero:
Esiste un modello che mi consenta di stabilire quanti cicli di una determinata operazione è sufficiente riprodurre per poter affermare che l’operatore possa dirsi in grado di raggiungere nuovamente la velocità pari al 100?

Le operatività di ciclo sono di circa 200 ctm (due minuti) con punte da 350 e minimi da 20. Il ciclo medio è di 1100 ctm circa.

La questione in fase di contraddittorio infatti è:

L’efficienza ciclo prevista è 90% ma continui cambi articolo uniti a lotti sempre meno numerosi forse inficiano l’assunto base ovvero il 90%.
Le conseguenze sono pesanti per gli attori del processo. A tutti i livelli!

Hvala per la collaborazione. (ndr. Hvala=Grazie)

Dopo gli ho chiesto qualche chiarimento sul processo e la risposta è stata la seguente:

Il tema: cambio articolo in per linea assemblaggio (confezione maglieria). Il fashion è il mercato che affrontiamo.

Dovendo confrontarci con questo contesto, ad oggi, le nostre unità produttive per le varie fasi della lavorazione (di seguito brevemente riassunte in Tessitura in maglia, Confezione, Tintoria lavanderia, Finissaggio o Stiro ed Imballo automatico), devono adattarsi o per meglio dire subire le bizze del mercato.

Questa situazione altalenante, viene in parte assorbita con la programmazione commerciale (negozi Retail) ma in parte (e spesso) deve essere riversata sulle piattaforme produttive.

I nostri satelliti (kooperant) devono quindi produrre lotti costituiti molte volte da ordinativi modesti (e magari con gamma taglie vasta) e sostenere cambi articoli frequenti. Per la tessitura e altre fasi la questione è modesta. Per le confezioni invece no. Infatti, (complice anche la breve storia produttiva della neonata piattaforma Serba sita in Nis) quasi ad ogni cambio articolo assistiamo ad un decadimento prolungato degli indicatori della efficienza (ore prodotte su ore lavorate). Questa situazione induce a riflessioni ovvero: Come migliorare la programmazione? Diversamente (ma non è l’obbiettivo) dovremmo modificare e quindi aumentare il “pagato per pezzo al kooperant”.

La domanda è quindi, posso ricercare un numero minimo di cicli di lavoro (esempio assemblaggio maniche da 3 minuti e 30 secondi ovvero 350 centesimi) che mi consenta di riportare l’unità produttiva alle performance (a regime ottimale 90%) attese.

Più semplicemente, quante ripetizioni cicli dovrei mettere come “minimo sindacale” per non bastonare la linea produttiva e consentirgli di avere performance prima di fargli cambiare codice?

Dimenticavo, la “confezione” è la fase ad alto valore aggiunto manuale e utilizza addette alle macchine con (per diverse fasi) specificità professionali spiccate essa. Si avvale di macchine quali taglia cuci ma sopratutto rimaglio disposti in catena (linea std da 17 addette dirette ed una indiretta) e … orrore degli orrori (è diventato per me il cruccio maggiore e motivo personale di sfida) il controllo con manichino luminoso dei pezzi finiti …(per altro da noi non pagato in quanto non previsto e richiesto ed a valore aggiunto 0!).

Non vorrei dilungarmi troppo.

Se non fossi stato del tutto chiaro rimango a disposizione.

Non so se ho capito bene come funziona il processo, ma comunque tento di dare qualche indicazione.

Il fashion è un industria molto interessante, dove per avere profitto non serve a niente produrre in quantità industriale (nonostante quello che potrebbe essere intuitivo per chi ci lavora dentro…). Quello che è molto più importante è fornire in tempo utile alla clientela la moda dell’ultimo momento in quantità sufficiente fino al prossimo cambio della moda (che potrebbe essere anche solo pochi giorni più tardi…).

Il successo a livello globale di Zara né è un chiaro testimone, in quanto loro sono riusciti a dimostrare che producendo in serie relativamente piccole, a tiraggio limitatissimo, hanno limitato i costi e le perdite dovute al cambio moda al minimo, e sono responsivi al massimo (con tempi di uscita sul mercato nell’ordine di giorni anziché mesi dei loro concorrenti, dal momento in cui una tendenza/moda viene riconosciuta al momento in cui viene proposta sui scaffali dei negozi). La Zara si distingue da tutti gli altri proprio in questo: tempo di logistica che non dipende dalle supply chain cinesi con tempi biblici o, nel tuo caso, serbe.

Quindi, prima di pensare alla produttività, nel fashion bisogna pensare alla strategia. Non un compito semplice, sicuramente…

Comunque, torniamo al tuo problema. Vuoi che la velocità di tutte le tue operatrici sia 100. E vuoi che questa velocità sia mantenuta per tutti i vari cambi produttivi.

Ci sono fondamentalmente due cose che sulle quali bisogna lavorare in una industria come la tua se vuoi migliorare le prestazioni. La prima è lo SMED, la seconda è la formazione delle persone. Devi però sempre pensare non devi sfruttare le persone e farle lavorare a cottimo, come succedeva più di un secolo fa con Frederick Taylor and Co. Spero che abbiamo superato questo modo di ragionare, o no?

Il lean ti insegna ad essere efficace ed efficiente. Ossia di unire il valore dal punto di vista del cliente con la tua capacità produttiva, in un insieme che funzioni come un orologio svizzero.

Se unisci l’efficacia ad efficienza e se formi le persone a saper fare tutte le fasi e a saper cambiare la produzione in maniera tale che il tempo sia brevissimo, non dovrai preoccuparti molto della produttività (che per forza ci sarà), ma dovrai solo preoccuparti del valore, ossia di quello che il cliente vuole vedere sugli scaffali. Quando avrai raggiunto questa forma mentis in tutte le persone che lavorano in questa azienda, l’ambiente di lavoro cambierà per tutti e tutti saranno più contenti di contribuire nel loro piccolo a realizzare quello che la vostra casa madre desidera veramente: un maggiore profitto.

Spero che queste informazioni ti siano state utili, e continuiamo a discuterne.

PS. Se avete anche voi qualche domanda da farmi, basta che utilizzate i canali elencati sopra e di seguirmi su G+ e FB. Sono sempre a disposizione a darvi una mano… ;)

Autore

Ciao, sono Dragan Bosnjak e sono qui per guidarti nella scoperta del mondo di lean thinking!

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